BIOGRAFIA ESSENZIALE
Nacqui qualche anno fa, nel 1787 e tre quarti, nel Far West , a mezzogiorno
di fuoco in punto, a due passi dall’OK corral, e miei padrini erano destinati
ad essere i magnifici sette samurai, quelli con lo stuzzicadenti facile.
Purtroppo in uno scontro a fuoco con la banda di Gus Damigiana persero la vita prima di tenermi a battesimo,
così i miei genitori dovettero ripiegare su John Wayne e Gary Cooper, con
grandi proteste di Gregory Peck, che voleva essere anche lui della partita. Nel
cielo le nuvole proiettavano ombre rosse sulla terra, mentre soldati a cavallo
passavano in continuazione e ballare coi lupi era un passatempo molto diffuso.
Si dice che signori si nasce, e io modestamente non lo nacqui, essendo il
risultato del progetto concettuale di un maniscalco e una ballerina; per cui
potete capire come il mio destino fosse segnato fin dall'inizio.
Gli angeli cantarono alla mia nascita, ma io non c'entravo niente, perchè
stavano cantando per qualcun altro, un certo Gesù, figlio (indirettamente—poi
vi spiego) di Giuseppe e Maria - si dice, ma dopotutto, si sa che in questi
casi solo la madre è certa. Comunque sia, visto il disagio che mi arrecavano le
mie umili condizioni (all'asilo le maestre non mi facevano giocare con il pongo
ma me lo tiravano in faccia),chiesi a mia madre non solo che cambiasse
professione, ma di farmi nascere in un'epoca più adatta al mio genio nascituro.
Non fu una bella idea, perchè mi trovai coinvolto nell'ammutinamento del Bounty
dopo essere sfuggito alla dolorosa routine con cui quotidianamente si
concludevano, sulla spiaggia, le partite di calcetto greci scapoli contro troiani
ammogliati davanti alla fatidica città:
alla fine tutti si buttavano in mare e si aveva un bagno di sangue.
Per cambiare aria decisi di trasferirmi in montagna, sul monte di Venere,
dove mi trovai molto bene, felice e contento come in una fiaba delle sorelle
Grimm; respirando atmosfere magiche e surreali in compagnia di Salvador Dalì,
Madonna (quella vera) e Little Tony. Così le Tre Grazie mi ringraziarono (tre
volte- una ciascuna) e per riconoscenza mi trasportarono a New York , dove
conobbi una sirenetta sfuggita alla pesca a strascico. Quanto le piacevano i
versi di Gino Paoli, che le recitavo quotidianamente - anche perchè adorava il
sapore di sale. Poi fu richiamata in servizio, al bagno Nettuno sul lido di
Ostia.
Feci un sono, poi mi svegliai per poi trovarmi, non so come – e non chiedetemelo
nemmeno – nella foresta magica, dove mi ero trasformato in un elfo. Sì, qui nel
bosco incantato della Terra di Mezzo la vita non è male, però sto ancora
cercando un chirurgo plastico per ridurmi le orecchie. Ah, non c'è niente come
l'esperienza! Dicono che è maestra di vita, ed è un bene, perchè io una maestra
non l'ho mai avuta, non essendo mai andato a scuola.
Alla
fine, laggiù, nel bosco fatato, mi sposai con una fatina che aveva una ottava
di reggiseno: ero rimasto proprio colpito perché girandosi di scatto mi aveva
scaraventato in faccia tutto quel po’ po’ di silicone, quindi non ero del tutto
in me quando dovevo pronunciare il fatidico “sì”, e infatti mi uscì fuori “sì e
no”. Il prete tirò fuori le rune per scoprire qual era la risposta giusta fra
le due, ed io approfittai per darmela a gambe, finendo a Pompei appena prima
dell’eruzione. Infatti Plinio il giovane era arrivato trafelato, correndo giù
dalla cima del Vesuvio gridando che
Plinio il vecchio era morto. Nessuno gli badò, giacchè quando si è vecchi
morire non è una cosa tanto strana; solo il sindaco, un vero vanaglorioso, che
indossava la fascia tricolore anche quando dormiva di notte (e sua moglie,
infastidita, per ripicca gli faceva le
corna con l’usciere del comune) , gli fece una multa per eccesso di velocità e
disturbo della quiete pubblica, dopo di che entrambi furono sepolti dalla
cenere e chi s’è visto s’è visto. Loro, mai più.
Io
dovevo cercare altri lidi, visto che quello di Jesolo era troppo affollato,
e così via, a tutta birra.
Non
l’avessi mai detto! Mi ritrovai all’Oktober Fest, dove donnone e boccaloni
fanno un tutt’uno, e lì conobbi la dolce Fraulein Auslander che mi prendeva in
braccio e mi cantava la ninnananna a suon di schiaffoni se non bevevo almeno i
quattro litri di birra che sono il minimo sindacale da quelle parti.
Urgeva
filarsela: insomma, pensai, in questo mondo non c’è pace! Quo vado? A questo
punto un lettore del pensiero mi propose un viaggio ultrastellare a soli
5.000.000 di euro. Mi rovesciai le tasche e gli chiesi se mi poteva fare uno
sconticino di fine stagione, e si accontentò di cinque euro. Quando scopersi
che era napoletano era troppo tardi, l’astronave era già partita.
Mi
sedetti sconsolato su uno scoglio a
Marechiaro pensando ai miei guai, quando sentii una voce dal mare: “Guai, guai
a voi! Guai a voi, dico!” Era un
predicatore itinerante che costeggiava e bordeggiava e civettava (con le
bagnanti seminude) da una barchetta. Io feci due conti: con tutti i guai che già
mi trovavo, qualche altro ancora e ci
sarei sicuramente rimasto. Così decisi: Mors tua vita mea, e lo affondai seduta
stante con un siluro preso a prestito da un sommergibile lì vicino rimasto
temporaneamente incustodito, giacchè tutto l’equipaggio al completo si era
recato ad assistere al miracolo di San Gennaro dopo aver immobilizzato il
comandante che era contrario e non credeva ai miracoli – essendo milanese.
Quando
ebbi notizia che il sangue non si era liquefatto, seppi che purtroppo altri
guai stavano arrivando, e pensai: aveva ragione il predicatore. Ma ormai era
tardi per cercare di ripescarlo dagli abissi marini e praticargli la
respirazione bocca a bocca (meno male), perché un pescecane si contendeva già i
suoi resti con un barracuda, mentre una foca monaca (era di Monza) faceva da
arbitro fra i due.
Insomma,
una gallina domani è meglio di un uovo oggi, così dicono, e bisogna portare
pazienza. E così mi tuffai nel blu dipinto di blu e divenni pesce palla. La mia
solita fortuna volle che incontrassi un pesce calciatore.
Ad
maiora semper.
P.S. Tutto quel che c’è scritto più
sopra è la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, so help me God.
A parte qualche bugia, perché: la
verità mi fa male lo so, e ti fa male, lo sai; quindi perché poi doversi
rivolgere a un dottore?
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